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'Duathlon' al Muntejela de Senes – mt.2787

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Bella questa cosa del duathlon, che io ho sempre chiamato bici+trekking.:D

Come ampiamente dibattuto nei giorni scorsi, è un modo comodo (anche se non esente da fatica) per abbreviare i tempi di rientro di escursioni dallo sviluppo lungo.

Dopo aver ‘visitato’ con questa formula negli scorsi anni Croda del Becco, Picco di Vallandro e Col Bechei, quest’anno è stata la volta del Monte Sella di Sennes, elevazione panoramicissima nel Parco Naturale di Fanes-Sennes-Braies. E’ stato un ripiego rispetto al Vallon Bianco, che abbiamo reputato per esposizione e tipo di escursione (con cenge e crestine) pericoloso con la neve caduta due gg prima.

Per la verità anche il Muntejela di Senes appariva ancora abbastanza carico di neve quella mattina, ma contavo (e bene ho fatto) sulla sua esposizione prevalente a sud est. Le foto sono quasi tutte scattate sulla via del ritorno e dunque con neve quasi scomparsa.

Auto al parcheggio di sant’Uberto lungo la SS51 a mt.1420, qualche km. fuori Cortina in direzione Dobbiaco. Salita a Ra Stua, resa fastidiosa dalle numerose navette che portanto in quota gli escursionisti (ma l’ho presa tante volte anch’io dunque nessuna lamentela).



Devo dire che il nuovo porta bici (costosetto :PAAU) mi ha cambiato la vita, non tanto quando devo caricare la mia bici, ma per caricare la e-bike di mia moglie.

Lasciata la Malga Ra Stua, tutti i biker che hanno percorso la Val Salata sanno che ad un primo tratto dolce ed idilliaco, seguono alcuni tornanti dalle pendenze impossibili (almeno per me) dove un po’ si scende.
Poi, poco prima del bivio per il rifugio Biella ed ormai in vista del Rifugio Sennes, la strada spiana e ci si gode il paesaggio



Lasciato alle spalle il Rifugio Sennes e la sua aviosuperficie, un breve sterrato (con un paio di rampe fastidiose) porta in pochi minuti al rifugio Munt de Senes (molto più spartano del Sennes o del Fodara Vedla) anch’esso in mezzo ad alpeggi vastissimi.
Lasciata la bici, si sale verso la meta



La passeggiata è molto bella e varia e non troppo faticosa. Prima si snoda lungo un bellissimo vallone, poi sale tra ghiaie e detriti fino a guadagnare la cresta di sinistra che sale alla vetta. Un solo passaggio ‘chiave’ che non preoccupa per nulla l’escursionista esperto, ovvero alcune roccette con le quali si supera un saltino che permette di guadagnare, per l’appunto, la cresta sommitale. Neanche un passaggio di I, direi.



La valletta con il rifugio sullo sfondo



E da qui capiamo perché si chiama Croda del Becco (anche se per la verità quella inquadrata è la Piccola Croda del Becco, ma la morfologia è la medesima): una parete verticale dal Lago di Braies, un panettone grigio dalla conca ampezzana, ma ecco da qui la forma che gli dà il nome.



Eccoci in avvicinamento (anche se la foto è scattata al ritorno, mentre all’andata c’era molta più neve)



Ed eccoci in cima: panorama a 360° malgrado i ‘soli’ 2800 mt. Perché non ha nelle vicinanze cime più alte.
Con le foto che seguono si possono fare diversi esercizi di WLF
Dolomiti di Sesto (comprese le Drei Zinnen), Croda Rossa d’Ampezzo e Cristallo



Beh, nella prossima c’è di tutto, tra primo, secondo e terzo piano: curioso che scompare (o quasi) da questa vista la Tofana II°



Nella prossima, di fianco a Sasso delle Nove e Sasso delle Dieci si intravvede la Marmolada, mentre poi la vista si apre su Sassolungo, Catinaccio, Sella, Odle ….



Qui troneggia il Sass de Putia, una delle mie montagne preferite perché molto nobile ed altezzosa nel suo isolamento (anche se questo non è il suo lato migliore)



E guardate come quel vanitoso di Kronplatz si fa incorniciare tra due cimette, mentre la cornice delle Alpi Aurine è davvero superba



Un’ultima foto per mostrare come questa tormentatissima cima sotto il crinale della Croda del Becco crea un gioco di luci ed ombre incredibile.



Tempi di salita dal Rifugio Munt de Sennes alla cima 1.30/2 h., mentre per quanto riguarda l'accesso al Rifugio i tempi sono molto variabili, secondo che si venga da Ra Stua (con o senza ausili di jeep) o da Pederù (anche qui con o senza ausili).

Bella cima adatta a tutti (o quasi, alcuni dei nostri compagni di gita li abbiamo sostenuti in quel passaggino dove però c’è davvero poco e niente per chi è abituato a mettere giù le mani) e molto (ma molto) meno frequentata delle vicina Croda del Becco.

Se siete disposti a rinunciare alla vista del Lago di Braies in stile ‘google earth’, cioè questa ....



.... allora la salita al Muntejela di Senes dà molte più soddisfazioni :HIP

Pizzo Badile Camuno (2435m) - Valcamonica

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Orfano del weekend nelle dolomiti causa maltempo, ricerco una buona consolazione, possibilmente calcarea nella mia zona. Ed ecco rispuntare alla mente un vecchio proposito: il Pizzo Badile Camuno. Vetta sicuramente meno celebre del suo mitico omonimo, ma che non può che aver attratto lo sguardo di chiunque risalendo la Valcamonica, abbia rivolto la propria attenzione alle montagne sulla propria destra. Da sempre mi da il saluto ed il commiato nei miei andirivieni.

(dal web)


Superba scaglia calcarea svettante sopra alla gengiva tonalitica tipica dell'Adamello svetta con la propria posizione protesa verso la valle dall'alto dei suoi 2435m.

Veniamo a noi:
si risale il fianco della valle fino all'abitato di Cimbergo, lo si attraversa totalmente ed in cima si svolta decisamente a destra in una angusta ma ben asfaltata stradina, senza farsi intimorire da un 200m di sconcertante sterrato un po' sconnesso, si riprende la stradina ora perfettamente asfaltata di nuovo fino ad una piccola area di sosta posta a 1200m circa



Se si sorpassa e si giunge al bivio poco avanti


A meno di disporre di un 4x4 è buona idea fare inversione, la strada è molto sconnessa e con pendenze micidiali, risalita a piedi mi ha stroncato in partenza, in pratica risale il corso del torrente spumeggiante dritto per dritto.


Con auto adatta si può invece procedere fino al Rifugio de Marie al Volano a quota 1400m posto in una placida piana circondato da baite. A piedi circa 15 minuti


La nostra meta vista dal rifugio


Si vedono i cartelli variegati tipici della zona, indicanti le possibili direzioni


Si costeggia una chiesetta



Ci si inoltra in bellissimi e curati prati





Ma ben presto si inizia a salire con estrema decisione su traccia molto ripida a tratti sassosa e a tratti inerbita





Si supera un ponticello precario e psicologico


E ben presto il bosco cede il passo all'ontaneta, inizia la sofferenza pura, un caldo e umido micidiale su pendenza assassine ed opprimente vegetazione



D'altra parte la vista incomincia ad aprirsi alle nostre spalle, e qualche pausa obbligata ci rinfranca lo spirito



Nemmeno un'ora che si cammina e ci si imbatte in questa placconata espostissima e fradicia da traversare, aiutati da provvidenziale catenella e staffe



Da qui iniziano le prime difficoltà, un paio di diedrini sono resi non banali dalla presenza (credo costante vista l'esposizione all'ombra) di fango viscido



Il sentiero prosegue su scomodissimi roccioni che richiedo l'uso delle mani, alternati da tratti di pista esposta e sdrucciolevole (orecchie drizzate!), sempre su dritti per dritti


Si giunge alla base di un lungo risalto calcareo piuttosto erto ed esposto attrezzato con catena ma di una roccia bellissima da scalare, inizia la libidine






E in breve si svalica la cresta erbosa rimanendo ammaliati dalla grandiosa vista che ci si apre e che ci accompagnerà sempre più grandiosa sino in vetta


Si segue la cresta della "gengiva" per erba e roccette e ci si insinua a piedi della magnifica pala


Davanti alla quale incastonato come un nido d'aquila nelle roccette si trova un bivacco d'emergenza attrezzato con due panche di legno ed il libro di vetta



Proprio di fronte inizia il cavo della ferrata rimesso a nuovo un paio di anni fa, inizialmnete si tratta di un semplice sentiero seppur molto esposto che contorna la base della pala



E poi si attacca la pala vera e propria, prima più appoggiata


e poi più verticale


Si tratta di bellissimo calcare bucherellato, appigliatissimo, solido, che permette divagazioni dove più ci piace, non resisto alla tentazione di salirlo slegato godendomi la roccia e l'arrampicata
Si sbuca così in una ventina di minuti in cresta


Dove ben presto si perviene alla cima segnata dalla presenza di una madonnina


Ogni fatica è ripagata, è uno dei paesaggi più vasti, grandiosi e d'ampio respiro che abbia mai visto, sotto ai miei piedi si stende tutta la Valcamonica
Laggiù il Lago d'Iseo


Di fronte lo spettacolo del massiccio della Concarena


Là in fondo pare di poter toccare il Bernina e il Disgrazia


Ed infine i ghiacci dell'Adamello solo in parte coperti dalle creste del Tridentus


Nessuno intorno, silenzio e pace :HIP

Quali scarponi da trekking comprare ? Marche e modelli

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Nell'ultimo trekking fatto ho avuto la sfortuna di rompere di nuovo i miei scarponi ( distacco di una parte di suola ) fortuna ha voluto che il gestore del rifugio avesse mastice e nastro americano e mi sono accorto che ormai son vecchi : tengono poco l'acqua ed il piede non ha più il suo bell'appoggio. Da questa serie di fatti mi sono deciso a prendere in considerazione l'acquisto di un nuovo paio di scarponi e qui vengono i mille dubbi:KEV . Va bene Scarpa, Salewa, La Sportiva....e gli altri marchi ? Magari quelli meno noti? Mi sapreste dare delle dritte? Tenete conto che: 1) ho bisogno di protezione della caviglia 2) vorrei eventualmente usarli con ciaspole 3) i ramponi li ho usati pochissimo ma se fossero compatibili meglio 3) non faccio alpinismo ma solo qualche ferrata semplice oltre a sentieri attrezzati 4) li uso su tutti i tipi di terreno 5) porto anche carichi pesanti ( 75 kg di mio + 15/18 kg di zaino ) . Ho visto ma proprio non mi piacciono a pelle gli Orizo.
Graziieeeee

Bentornati a tutti dalla vacanze Estive

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Abbbbronzatissimi!

mentre l'estate tramonta in rosse tonalità




noi

waiting for the SNOW


Scuola Sci Collettivo Bambini 8 anni

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Salve
Volevo gentilmente un vostro autorevole consiglio per quanto riguarda il numero di ore giornaliere per le scuole sci collettive: vedo che qualche scuola propone ormai solo la mattina mentre altre integrano anche il pomeriggio o con qualche pomeriggio. Cosa consigliate a riguardo?
Poi volevo sapere per favore se ci sono delle scuole sci consigliate appositamente per bambini.

Grazie
Ciao!

line supernatural 86 o sick day 88

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Ciao a tutti,

sono in procinto di ordinare gli sci per la prossima stagione. Cerco un all mountain che sia facile e poco stancante dato che non
ho un allenamento che mi permetta di divertirmi tutto il giorno con sci "faticosi"

Le scorse stagioni le ho fatte con i rossignol smash 7 e mi sono trovato bene.

Girando tra le offerte avrei individuato due modelli LINE. I sick day 88 oppure i supernatural 86.

Qualcuno piu' esperto, per favore, mi riuscirebbe ad aiutare a capirne le differenze e scegliere al meglio?
Da quello che posso leggere come specifiche credo che per me possano essere meglio i sick day ma non ne sono sicuro ancora.
Purtroppo non ho modo di provarli prima dell'acquisto.

grazie a tutti quelli che mi risponderanno!

Ale

Gli Eroi dell'Everest (programma tv)

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Su Dmax ( e Dmax HD) in onda adesso.

Se qualcuno fa in tempo a vederlo...

Post Ufficiale METEO-AUTUNNALE 2018:

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è ora di aprire il post meteo autunnale.

buon autunno meteo a tutti....

aggiungo...la solita tiritera.....
"l attesa del piacere........HIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIH IHIHIHIHIHIHI"

Come scio? consigli e pareri (video)

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Tocca a me :shock: accetto tutto, pareri, critiche, consigli ed insulti (scherzo, questi ultimi no:D), i due video con la giacca gialla sono dell'ultima stagione con dei Movement revo 86, le condizioni erano di gobbe e neve fresca (10-15 cm) in un video e di pista con neve dura sul secondo. Nel video con la giacca bianca invece avevo dei Salomon bbr, non ricordo il modello esatto! a voi i commenti

https://youtu.be/J1K67b7H1hA

https://youtu.be/xRQVSh-ZtV8

https://youtu.be/nCmDRn8rBxE

Abbigliamento sci SUPERDRY: buzzurro o piace? (pensavo fosse cinese...)

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Ad ISPO 2018 c'era uno stand piuttosto bello, con capi almeno all'apparenza decisamente ben fatti e sebbene con uno style "buzzurroni" (almeno per il mio gusto) oggettivamente belli.

Sto parlando di SUPERDRY SNOW:
https://www.superdry.it/chi-siamo
e per la collezione uomo:
https://www.superdry.it/uomo/superdry-snow

Non penso che Arcterix, Marmot, Patagonia, Colmar, etc. etc. siano preoccupati da Superdry però questo style giappo-cinese-koreano, questo style da mazzingone sovrappeso dovrebbe essere molto apprezzata soprattutto appunto dai real-mazzinghers.
I costi dei capi non sono da cineseria.










Se non sbaglio l'azienda è inglese ma subito l'avevo scambiata per una cinese che aveva fatto il salto di qualità.
Non preoccuperà i big, ripeto, ma ho visto il marchio anche in una grande catena di negozi italiani, non mi ricordo se addirittura fosse Sportler (che escludo) o se era un Cisalfa oppure un Intersport.


Alcune cose non sono male.

[Trek] Sas de Putia, anello con Rif. Genova

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Per la prima volta, quest'estate sono andato a trovare il Sas de Putia, ed ho seguito un percorso 'ad anello' raggiungendo anche il rifugio Genova.

Si tratta di un 'classico', credo che lo conosciate gia' tutti, e quindi risparmio le parole e comincio a postare le foto, che credo abbastanza particolari per la bella giornata e la presenza di qualche chiazza di neve (aveva nevicato due giorni prima).

Il mio percorso


Il Sas de Putia salendo in macchina verso il passo delle Erbe, dalla Val Badia


Il Sas de Putia, 'incorniciato'


Avvicinandosi, dal passo delle Erbe




La 'classica' cartolina




Ho deciso di fare il giro in senso antiorario, affrontando subito la parte piu' impegnativa.

Comincia il giro in senso antiorario


Ad un certo punto la carrareccia lascia il posto ad un sentiero in costa


Il panorama dal sentiero


Proseguo la salita in costa


La parte del sentiero appena percorsa, con in fondo il Passo delle Erbe


Il punto piu' esposto


La prima parte della salita alla Forcella de Putia, la parte gia' affrontata...


...e la parte ancora da affrontare


Si sale piano piano


Consigliabile salire la forcella la mattina presto, quando il sole non picchia molto






Manca poco alla forcella...


...il dislivello della salita e' di circa 300 metri


Forcella de Putia: panorama dall'alto sul percorso della salita


Forcella de Putia: panorama sul sentiero che sale alla vetta...


....e sul sentiero che porta al rifugio Genova


Verso il rifugio Genova


Guardando indietro




Per fortuna la neve caduta due giorni prima era quasi tutta sciolta


Guardando avanti, ci aspettano le Odle...


...e guardando indietro, la Val Badia!


Passo Poma: le insegne


Passo Poma: il crocifisso


Passo Poma: una prospettiva sulle Odle


Passo Poma: Sas de Putia ed il sentiero appena percorso


Piccola discesa verso il rifugio Genova


Il panorama dal rifugio Genova...


...con focus sulle Odle


Al rifugio Genova, Uova Speck e Patate con Birra media


Non ho mai capito perché da queste parti spesso al posto dello speck mettono la pancetta!

enduro Gp

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ebbene si ieri mi è capiatato di andare ad Edolo... una giornata piovosa, sotto tutti gli aspetti ma con un mio pensiero ben presente nella mia testa, si non mi sono fatto mancare il GP d' Italia di enduro, una giornata alquanto monotona, per via del tempo ed a buon mattino assieme al mio amico di merende ecco che ci siamo mossi per tempo, per recarci finalmente ad Edolo... dico gia da adesso che è stata una giornata super, per me una giornata grandiosa, che non so nemmeno adesso cosa dire...

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https://www.soloenduro.it/uploads/ne...3_focgp_11.pdf qua la classifica con 2 beta ai primi due posti nell'assoluta

WLF facile

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Se il più recente WLF era facilissimo...questo sarà almeno facile:
cosa è inquadrato è noto a tutti, ma da dove ho scattato la foto?

Wlf 52 - teleferica inaspettata

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Citazione:

Originariamente scritto da Edo Vedi messaggio
vedrò di fare del mio meglio per poterle proporre qualcosa che la possa altrettanto soddisfare, non appena mi sarà possibile farlo.

...nell'attesa Lei potrebbe ingannare il tempo e tenersi in forma cercando di risolvere questo:



1 settembre 2018 Valgrisenche e 2 settembre Champorcher

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La Valgrisenche e' una valle laterale della Val d'Aosta il cui imbocco si trova ad Arvier, poco prima di Morgex, ed e' una delle meno abitate: molto verde, molto bianco, un bel po' di grigio e marrone... solo l'azzurro sembra mancare quando ci vado io. Ma rimane una delle mie preferite. In fondo alla valle la diga di Beauregard ("limata" abbondantemente a suon di dinamite in due anni di lavori) crea un lago artificiale e, alla fine del lago, vi e' la partenza del sentiero che porta al rifugio Bezzi (2280m) o, biforcandosi poco dopo il parcheggio, al rifugio Chalet Epee'. Io mi trovo con due amici e voglio andare sul sicuro: scelgo quindi il primo dei due, essendoci gia' stato con Pierr a Ferragosto di qualche anno fa in condizioni meteo simili... solo che questa volta non ha nevicato.

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Arriviamo alle undici, visto che le previsioni prima davano brutto, e ancora la neve imbianca le cime. Temperatura 10 gradi.


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Le copiose nevicate di questa stagione invernale hanno lasciato il segno: qui un ingente residuo...e al rifugio quasi due muri sfondati (e prontamente riparati)


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Minimo un metro e mezzo di neve sul bordo sinistro... dove passerebbe il sentiero


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Alberto


E Alessandro



Amici fraterni dai tempi del liceo; e come allora ridiamo e scherziamo.

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In corrispondenza di questo nevaio il sentiero risale un po' il pendio della montagna, con una deviazione segnalata, ma non escludo che ci fosse una variante che rimaneva piu' bassa, di cui ho visto l'inizio e la fine ma non il tratto centrale.

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Questa e' la parte relativamente piu' faticosa, ma il sentiero rimane agevole sostanzialmente anche per i neofiti... e prima ha una parte carrozzabile bella lunga.


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All'una arriviamo al rifugio Bezzi


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Antipasto al Bezzi con mocetta, lardo e castagne tiepide


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Come primo piatto una variante della zuppa Valpellinenze (con cipolla invece della verza)


E come secondo una bella polenta concia con lo spezzatino e le salsiccine


C'era anche il dolce... o il gelato... in tutto per venti euro a testa.

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Quadri:

Il 3D fatto con il legno


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La Valnontey e il Gran Paradiso ...fatti col pennello


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Il borgo di Courtil tra Hone e Pontboset


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Lavatoio

Vincere due volte: TOFANE - CENGIA JELINEK 15 agosto 2018

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16 agosto 2016 - Ore 18.47


Cortina d' Ampezzo - Cenge sopra la Val Travenanzes



Suona il telefono

Lo vedo, mi è sopra la testa, digli di spostarsi indietro...
Ok, fallo virare 45° a destra e mi arriva in bocca...
"Ok ti vedono"



Da quel giorno per me andare per montagne non è piú stata la stessa cosa.
Ansie, paranoie, panico, sparita la mia sicurezza, sparita la quasi esaltazione che provavo...
Si, avevo ricominciato quasi subito, ma il PTSD, lo stress post-traumatico, è un gran bastardo, ti colpisce anche a distanza.
E allora via con gli scleri, l' incapacità di sopportare il rumore di un elicottero anche se mi passava sopra l' ufficio, la paura a tornare ad affrontare certi ambienti, certe esposizioni...

Sono passati due anni da quel giorno, l' anno scorso avevo ricominciato a girare per monti dandoci dentro, ma ancora col timore di affrontare certe situazioni, e con quell' elicottero che non voleva andarsene via da dentro di me.

Qualche giorno fa sono salito alla Cresta di Costabella, sul Cristallo: volevo vedere se tornava il feeling, volevo vedere come andava la testa.
Il feeling c' è, è tornato.
Mi sento pronto.
Pronto ad andare a riprendermi ciò che mi appartiene, pronto ad andare a riprendermi la mia anima.

Questo giro sarà una doppia sfida: prima di passare dove due anni fa mi ero incasinato infatti affronteremo la Cengia Jelinek, uno splendido percorso di cengia sotto la Tofana di Dentro, alto 400m sopra la Cengia Paolina, scoperto durante la guerra dall' Alfiere Kajetan Jelinek - dello Streifkommando del Capitano Emmanuel Barborka - cercando un passaggio per neutralizzare la postazione italiana di Punta Giovannina.
Avremmo dovuto farla l' anno scorso, il giorno dopo aver risalito integralmente la Tofana di Dentro per sentieri di guerra lungo le creste settentrionali (Orti di Tofana - Cima Formenton - Tofana di Dentro), ma sul piú bello non ero riuscito ad affrontarla: affacciatomi alla cengia non me l' ero sentita, non riuscivo a sostenerla, ed eravamo scesi per la normale alla Tofana di Mezzo fino al Rifugio Giussani.
Probabilmente era troppo presto, le ferite dentro di me erano ancora troppo fresche.

Adesso mi sento pronto a riprovarci.
Chiamo il boss, la Guida che l' anno scorso mi ha fatto ricominciare ad andare in ambienti... "osé".
"Sei sicuro, te la senti?"
SI
"Ok accendiamolo"

Il pomeriggio precedente sono tesissimo, in ansia.
Si, mi sento pronto ma non so come reagirò. La testa è una gran brutta bestia.
La sera ci bevo su, vediamo se mi rilasso...
Mojiti e Rum-cooler sembrano fare effetto, e vado a dormire relativamente tranquillo :DRUNK
Arriva la mattina, è il fatidico giorno.
Preparo lo zaino, poi via fino a Fiames a beccarmi col boss.
Un veloce cappuccino :buongiorno: lasciamo giú la mia macchina per il ritorno e torniamo a Cortina, a prendere la funivia.
Primo tronco, ok
Secondo tronco, ok
Terzo tronco, la tensione torna a farsi sentire.

Mi distraggo un po' fumando una :sig: e guardandomi il panorama, Pelmo, Civetta e Pale regalano sempre emozioni :skiamo:





mentre piú vicino le Cinque Torri si preparano a ricevere il loro quotidiano assalto di visitatori



Via, cominciamo.
Saliamo la scaletta della stazione ed andiamo a metterci in coda sulla ferrata, davanti a noi la Tofana di Dentro.
Il nostro viaggio ci porterà esattamente là dietro, nel suo lato oscuro e semisconosciuto.



Scendiamo con calma dalla Tofana di Mezzo



Sotto di noi compare il ghiaione che ricopre i Jaze de Tofana, col caratteristico laghetto; davanti, oltre la Val Travenanzes, lo spettacolo delle Cime di Fanes :skiamo: :skiamo: :skiamo: :arf: :arf: :arf:



mentre piú in là sono i Lagazuoi a dominare la scena :ad:



Poco prima di raggiungere la sella tra le due Tofane, una scritta indicante il Rifugio Giussani ci fa abbandonare la ferrata: da qua proseguiamo lungo la via normale



puntando dritti verso il laghetto



Ci abbassiamo velocemente, guardandomi alle spalle la cresta è tutta una processione di ferratisti, ciao ciao fatevela voi la coda :skiciao:



Arriviamo all' altezza del laghetto: qua si vede bene come le ghiaie ricoprano ciò che resta dell' antico ghiacciaio



mentre a sinistra...

... a sinistra le bancate della Tofana di Mezzo fanno impressione, sono qualcosa di grandioso :arf:



arriviamo alla fine di una specie di dorsale, davanti ci si para la Tofana di Rozes in tutta la sua solennità :ad:



Questo secondo me è il posto piú spettacolare delle Tofane: una immensa conca di ghiaie e bancate chiusa tra poderosi contrafforti e con davanti panorami pazzeschi :arf: :skiamo:



guarda che roba le Cime di Fanes :skiamo: :skiamo: :skiamo: :ad: :ad: :ad:



Sono in estasi totale, estasi che però cede il passo all' ansia ed alla tensione quando il boss mi dice "andiamo".

Abbandoniamo la normale, e cominciamo ad attraversare lo spettacolare circo di ghiaie



Provo a distrarmi concentrandomi sul panorama, ma non c' è verso, la tensione continua a salire.
Allora comincio a ripetermi che qua non è piú facile di quella cengia: in effetti il terreno è rotto, sporco, e alcuni passaggi sono poco sopra dei saltini di roccia che una scivolata non sarebbe molto opportuna...



Anche il boss me lo dice:
"Blitz stai passando tranquillo su sta porcheria qua, cosa vuoi avere problemi sulla cengia? non è piú difficile".

Intanto passiamo nei pressi del Ricovero Carugati: qua il Tenente Gino Carugati, del Battaglione Pieve di Cadore, aveva allestito un piccolo posto d' osservazione per tenere d' occhio la Nemesis.



Proseguiamo, ormai sotto cresta: stiamo seguendo la dorsale che separa la Nemesis dalla Tofana di Dentro



L' ambiente è sempre piú imponente :ad:



Mi affaccio alla cresta, ho un tonfo al cuore, eccola, ecco la Cengia Jelinek, tra poco sarò a tu per tu con lei



Seguiamo la cresta



Ed ecco comparire la Nemesis, la cima dai tre nomi



Storia bizzarra quella di questa cima.
Conosciuta dagli Ampezzani come Piccola Tofana, era stata occupata dagli uomini del Capitano Barborka che l' aveva fatta trasformare in un potente caposaldo ribattezzandola Nemesis: da qua infatti sarebbe dovuta partire la sua vendetta contro gli italiani che avevano preso le cime delle Tofane e Fontananegra.
Ironia della sorte, proprio il punto di partenza della conquista fu a sua volta conquistato.
Il 9 luglio 1916 infatti il tenente Carugati, dopo essere sceso dalla Tofana di Dentro ed aver appostato i suoi uomini nei pressi del ricovero che prese il suo nome, aveva martellato la postazione con mitragliatrici. Era la Battaglia del Masarè, battaglia che si rivelò fatale all' eroico Capitano Barborka.
Successivamente, intercettata in basso la via di rifornimento e tagliati i cavi telefonici - rendendo la postazione virtualmente indifendibile - la conquistò senza colpo ferire.
Era il 9 agosto 1916. Nemesis cambiò nome ancora una volta. Divenne Punta Carugati.





Arriviamo al paletto che segna il bivio: dritti si va alla Nemesis/Punta Carugati, a destra si va alla Cengia Jelinek.
È il momento della verità. Sono tesissimo.



Mi affaccio, sono esattamente dove l' anno scorso me l' ero fatta sotto e avevo detto al boss che non me la sentivo.
Lui mi chiama, gli dico di aspettare.
La guardo, la guardo bene.
Non capisco perché l' anno scorso me la fossi fatta sotto, è un posto spaziale.
Ma soprattutto mi sento estremamente a mio agio, come fossi a casa, una sensazione stupenda.
ANDIAMO!!! :FIGO



Iniziamo a camminare, come prima il terreno è rotto, marcio, instabile, una scivolata potrebbe voler dire rotolare e saltare per 1200 metri fino al fondovalle, la concentrazione è piena, antenne dritte, ma l' animo è leggero come il passo.
Il boss vedendomi andar piano ogni tanto si ferma e mi chiama, temendo che vada in blocco.



"Boss, non puoi capire cosa sto provando, è bellissimo.
Tranquillo che arrivo."
Vado piano perché me la sto godendo. Passo dopo passo, metro dopo metro, sono in esaltazione mistica
Ancora piú esaltato con gli scenari ed i colori che mi si presentano davanti :arf:



E giú com' è?
Eh, giú è un bel rabaltón HIHIHI



Pian piano prendo confidenza col fondo, ed i passi diventano sempre piú sicuri, anche se la cautela non manca mai. Guai se mancasse in questi posti!





Qualche passaggio è un po' piú osé



e fatalità son proprio i punti piú bastardi quelli dove ti saltan fuori le viste piú belle: guarda qua che roba :arf: :arf: :arf:



Ci avviciniamo all' enorme dentone, intanto il boss scova qualcosa tra le rocce



andiamo a passargli proprio sotto



Altro punto un po' piú osé



Ma alla fine, non è osée TUTTA questa cengia? HIHIHI



Sotto il dentone termina il "semicerchio principale" e ne comincia un altro, ben piú breve



qua l' esposizione aumenta, e di pari passo aumenta la concentrazione



Aggiro anche questo e...

SBADADAM! :shock::shock::shock::skiamo::skiamo::skiamo:



Vallon Bianco, con la Graa de Traenanzes, e dietro il Col Bechei... sto male... un acquerello del genere non sembra neanche vero... :arf:

e chi glielo dice adesso al boss che non voglio piú venire via da qua? :rotlf:

Tanta, davvero tanta roba qua!

Via, di nuovo in marcia sull' ultimissimo tratto di cengia, che ormai volge alla fine.



CIAONE :skiciao:



Impongo al boss uno stop, sarebbe da criminali non fermarsi imbambolati davanti a questo spettacolo.
Lui concorda, e rimaniamo là imbalsamati qualche minuto, persi con la mente chissà dove...

Le montagne, le Dolomiti in particolare, sono tutte stupende. Ma qua mi fa un effetto assurdo... mai visto delle acquerellate del genere...

Rimettiamo i cervelli in ordine e ripartiamo: la cengia è finita ed entriamo nel circo di Potofana.



Sotto di noi la distesa di ghiaie dove passa il sentiero della Cengia Paolina, proprio dove termina la salita del canale di metà cengia e dove si stacca il bivio per la discesa in Val Travenanzes, quello del mio casino di due anni fa.



Non bisogna farsi prendere dalla tentazione di scendere subito: sotto infatti ci sono dei brutti salti di roccia.
Attraversiamo quindi tutta la conca



e puntiamo al canalone finale, che viste le nevicate finalmente decenti dell' inverno scorso si presenta ancora innevato.
In base all' innevamento invernale ed al caldo estivo infatti può essere o tutto innevato, o presentarsi come un apparente ghiaione, sotto cui però si nasconde un infido lastrone di ghiaccio. Picca e ramponi quindi sono buoni compagni per venire qua.



La prima parte del nevaio è bella ripida, attrezza una calata e mi fa iniziare a scendere.
La seconda parte è invece piú morbida, e me ne vado giú tranquillo



Poi mentre scende anche lui mi riposo qualche minuto fumando la :sig: della soddisfazione: mi son fatto la Jelinek :FIGO



Da qua andiamo giú a rotta di collo per il ghiaione :CICCIO



puntando verso la cresta che si protende verso la Val Travenanzes





"Vieni che ti porto a vedere una cosa"

Pronti!

Incrociamo il sentiero della Paolina, ed incontriamo una prima postazione



poi puntiamo alla cresta vera e propria, deviando quindi dal nostro percorso





molliamo gli zaini e ci inerpichiamo, sopra le nostre teste ci aspetta una caverna di guerra



a segnare la strada, vari resti di reticolati



dentro ci sono ancora i resti dei letti :shock:



ma ciò che è piú grandioso è che da qua si domina tutta l' alta Val Travenanzes, spettacolo :arf:



mentre appena dietro si può controllare la Cengia Paolina. Nascosta alla vista delle posizioni italiane del Formenton, e con dominio su tutti i dontorni, e chi la prendeva sta postazione?



e chi può essere piú contento di me? :FIGO



Dopo la breve divagazione recuperiamo gli zaini e torniamo sui nostri passi



puntando ad un grande masso squadrato, in mezzo al ghiaione, al cui interno era stata ricavata una postazione





Ora la tensione torna a crescere, ma piú che tensione è una sorta di groppo allo stomaco, stiamo andando a prendere il sentiero di due anni fa.



Lasciamo lo splendido circo alle nostre spalle



Ecco i ruderi che avevo visto due anni fa



ecco i buffi spuntoni, i "pupazzi di roccia"



Invece di fare "tornante' agli spuntoni, tagliamo dritto per dritto e puntiamo al canalone principale



via, iniziamo a scenderlo, ogni tanto troviamo il poco che rimane del vecchio sentiero



Il groppo aumenta, ci siamo, lo ricordo questo rinforzo



Qua bisogna andare a destra, e mi girano doppiamente le balle perché inizialmente avevo preso proprio di qua, ma non si capiva un granché...
e quegli ometti? perché non li avevo visti? forse non c' erano? forse cercavo in basso mentre avrei dovuto guardare in alto? non lo so, non so dare risposta...



Fatto sta che sono tornato indietro e me ne sono andato a sinistra, che sembrava piú invitante



e sono andato ad infognarmi, ad incrodarmi come un pirla :MM

Dico al boss di andare avanti, ho bisogno di restare qualche minuto da solo.

Vedo la mia anima, è la che vaga in pena su quella cengia da due anni, come uno spirito dannato.
È ora di riprendermela e riportarla a casa.
Vieni qua, è questa la strada giusta, dammi la mano.

Sento un brivido, poi mi metto a ridere, è una sensazione di benessere, sono di nuovo io.
È bello riuscire a ridere dei propri errori.

Raggiungo il boss, mi fermo a guardare un' ultima volta il luogo del delitto



poi ricomincio a scendere



Sono finalmente sereno, e la Croda Rossa mi sorride con un' esplosione di colori, lei che due giorni fa mi si era negata alla vista :skiamo:



Adesso il sentiero gira a sinistra, adesso, cinquanta metri sotto a dove avevo girato io



e prende una piacevole bancata





Poi assume le caratteristiche di vera e propria cengia, ma è larga e comoda



e ci porta ad incontrare altri resti:

uno sbarramento di reticolati



la discarica delle postazioni



ed i resti di una baracca, neanche tanto piccola, purtroppo completamente bruciata



Via, proseguiamo sempre in direzione sud



Superiamo cosí la verticale del ponte angolato di quota 1781, ma la cosa non deve spaventare, la direzione è giusta, ed infatti poco dopo quel che resta di un ometto segnala una traccia che scenda a destra tornando indietro: è il Sentiero Lancedelli! si, quello che due anni fa avevo fatto in salita! :PPINK





eccolo il ponte sotto di noi



ed ecco la baracca del comando austriaco!



Non ci posso credere, sono riuscito a finirlo! Ho finito un giro lunghissimo, un vero e proprio viaggio tra mille tormenti cominciato una mattina di due anni fa.

Ed ho vinto. Oggi ho vinto due volte.

In un attimo siamo giú al sentiero 401, ci aspetta la lunga, bibbiosa discesa fino al parcheggio, ma chissenefrega.

Mando un messaggio ad un amico, che ieri sera mi aveva visto bello teso: STASERA SI FESTEGGIA :FIGO

il comprensorio più economico al mondo (in rapporto ai km di piste)??? 3V!!!!!

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ebbene sì, sembra proprio che sia davvero così:
Citazione:

Pour l'hiver 2017-2018, selon une étude réalisée par Eric Bonnel, directeur commercial de Val Thorens Tours, le forfait des 3 Vallées est le moins cher du monde, ramené au kilomètre de pistes. Base : tarif forfait 6 jours hiver 2017/2018 des 40 plus grands domaines skiables reliés au monde.

ski-planet.com/fr/actualites-ski/161/forfaits-de-ski-le-prix-au-km-de-pistes.html

discutiamone….

Inverno australe big wave

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L’Indiano d’inverno è mitico per darvi un’idea delle dimensioni l’albero è circa 4 metri d’altezza. Inverno Australe 2018 memorabile 18 giorni consecutivi di onde dai 2 ai 5 metri e trade wind da sud est sempre presente tra i 20 e i 30 nodi. Per fare un paragone sarebbe come se noi appassionati di sci powder avessimo 18 giorni consecutivi di powder. Francamente non avevo mai preso 18 giorni consecutivi di vento e onde a questi livelli, interpellando vari professionisti sulla spiaggia pure loro che ne fanno un lavoro o quasi, nessun intervallo nessun riposo una battaglia continua a letto alle 21,30 e sveglia all'alba col gallo che cantava nel villaggio dei pescatori dove ho incontrato persone stupende. In acqua Italiani, Francesi, Spagnoli, Australiani e SudAfricani senza contare i pro. Quest'anno sono rimasto impressionato dal livello tecnico degli spagnoli.

Un paio di video girati dal mio amico con la Gopro sul boma


https://www.youtube.com/watch?v=zLRsKx6zqvE

https://www.youtube.com/watch?v=OfO0lSI-X70
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Settimana bianca 2019

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Ciao,

stiamo iniziando a programmare la settimana bianca con gli amici per il 2019.
Normalmente, ormai da anni, andiamo sulle Dolomiti in Alta Badia.

Quest'anno ci stava venendo l'idea di cambiare.
Una delle possibilità era di visitare una serie di comprensori medio-piccoli delle Dolomiti facendo base in una località strategica (es. Moena), anche facendo qualche km di macchina ogni giorno.

Qualche consiglio su ulteriori alternative?

Escluso solo il comprensorio Folgarida-Marilleva-MdC perché già straconosciuto.

Ovviamente venendo dal Centro Italia che non sia un viaggio allucinante.

Sarebbe gradito comprensorio medio-grande (pari livello o quasi con i 4 passi), non interessa invece vita notturna o quant'altro (andiamo per sciare).

Vi ringrazio tanto. Luca

[Trek] Malga Maraia (Auronzo)

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In alcune zone le cartine diventano obsolete in fretta!
E' il caso della Val d'Ansiei, la valle che prende il nome dal torrente omonimo (che nasce come emissario del Lago di Misurina) e collega con l'ultimo tratto della Strada delle Dolomiti il lago di Misurina con Auronzo, sotto i bastioni del selvaggio Gruppo delle Marmarole e del piu' rinomato Sorapiss.
Acquistata da pochi anni, la mia cartina ormai e' gia' superata perché non rappresenta il nuovo tracciato per le mb completato da poco, che collega la localita' cadorina con il rinomato Lago, e tutti i lavori realizzati sotto le pendici dei Cadini di Misurina (risistemazione dei sentieri, nuove carrareccie ed anche la ristrutturazione di una malga, la Malga Maraia, aperta da poco piu' di un anno).
E' cosi' che quest'estate, pensando di andare all'avanscoperta seguendo una linea di sentiero sulla mia cartina appena pronunciata, ho scoperto un collegamento in realta' gia' consolidato e soprattutto la Malga Maraia, che terro' in considerazione anche in inverno per le escursioni sulla neve con le ciaspole.
Questo e' un breve resoconto corredato da alcune fotografie.

La mia cartina


Sono partito dal nuovo percorso per le mb, inserendomi in un sentiero segnato sulla mia cartina solo come traccia, incuriosito dal nuovo cartello direzionale per la malga.



Il sentiero, in realta' gia' ben segnato, sale gradatamente all'interno di un bosco di larici ed abeti abbastanza fitto, bello e soprattutto solitario.



Dopo 150 metri di dislivello, si arriva nella bucolica zona denominata Pian Maceto, il sentiero si allarga e diventa pianeggiante, e finalmente il panorama si amplia.

Marmarole e Sorapiss


Proseguendo a camminare, in un ambiente incontaminato e senza incontrare nessuno (nonostante sia una bella giornata nel mese di agosto), si riesce ad inquadrare anche il vicino Gruppo del Cristallo.

Il Cristallo


Alcuni scorci sono davvero incantevoli.



Dopo circa un'ora e mezza di cammino, si incontra il sentiero n. 120 che scende da Bus de Pogofa e dal percorso che collega Misurina/Col de Varda con il Rifugio Citta' di Carpi…



...beh, secondo la mia cartina avrebbe dovuto essere un sentiero, ma in realta' si tratta di una carrareccia appena realizzata, per fortuna vietata al passaggio degli autoveicoli privati.



Da qui, si scende un centinaio di metri di dislivello, gli alberi si diradano e si arriva alla malga (accessibile anche alle macchine, con una stradina ripida e stretta che sale dalla Strada delle Dolomiti, consigliabile soprattutto ai mezzi 4x4).



Malga Maraia


Il panorama e' meraviglioso, con al centro ben visibile la Torre dei Sabbioni e la bellissima e selvaggia Valle di San Vito.

Torre dei Sabbioni e Valle di San Vito


A pranzo (ma solo a pranzo) e' possibile fermarsi a mangiare nella malga avendo davanti questo spettacolo di vista:



E' come essere al cinema!
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