Bella questa cosa del duathlon, che io ho sempre chiamato bici+trekking.:D
Come ampiamente dibattuto nei giorni scorsi, è un modo comodo (anche se non esente da fatica) per abbreviare i tempi di rientro di escursioni dallo sviluppo lungo.
Dopo aver visitato con questa formula negli scorsi anni Croda del Becco, Picco di Vallandro e Col Bechei, questanno è stata la volta del Monte Sella di Sennes, elevazione panoramicissima nel Parco Naturale di Fanes-Sennes-Braies. E stato un ripiego rispetto al Vallon Bianco, che abbiamo reputato per esposizione e tipo di escursione (con cenge e crestine) pericoloso con la neve caduta due gg prima.
Per la verità anche il Muntejela di Senes appariva ancora abbastanza carico di neve quella mattina, ma contavo (e bene ho fatto) sulla sua esposizione prevalente a sud est. Le foto sono quasi tutte scattate sulla via del ritorno e dunque con neve quasi scomparsa.
Auto al parcheggio di santUberto lungo la SS51 a mt.1420, qualche km. fuori Cortina in direzione Dobbiaco. Salita a Ra Stua, resa fastidiosa dalle numerose navette che portanto in quota gli escursionisti (ma lho presa tante volte anchio dunque nessuna lamentela).
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Devo dire che il nuovo porta bici (costosetto :PAAU) mi ha cambiato la vita, non tanto quando devo caricare la mia bici, ma per caricare la e-bike di mia moglie.
Lasciata la Malga Ra Stua, tutti i biker che hanno percorso la Val Salata sanno che ad un primo tratto dolce ed idilliaco, seguono alcuni tornanti dalle pendenze impossibili (almeno per me) dove un po si scende.
Poi, poco prima del bivio per il rifugio Biella ed ormai in vista del Rifugio Sennes, la strada spiana e ci si gode il paesaggio
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Lasciato alle spalle il Rifugio Sennes e la sua aviosuperficie, un breve sterrato (con un paio di rampe fastidiose) porta in pochi minuti al rifugio Munt de Senes (molto più spartano del Sennes o del Fodara Vedla) anchesso in mezzo ad alpeggi vastissimi.
Lasciata la bici, si sale verso la meta
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La passeggiata è molto bella e varia e non troppo faticosa. Prima si snoda lungo un bellissimo vallone, poi sale tra ghiaie e detriti fino a guadagnare la cresta di sinistra che sale alla vetta. Un solo passaggio chiave che non preoccupa per nulla lescursionista esperto, ovvero alcune roccette con le quali si supera un saltino che permette di guadagnare, per lappunto, la cresta sommitale. Neanche un passaggio di I, direi.
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La valletta con il rifugio sullo sfondo
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E da qui capiamo perché si chiama Croda del Becco (anche se per la verità quella inquadrata è la Piccola Croda del Becco, ma la morfologia è la medesima): una parete verticale dal Lago di Braies, un panettone grigio dalla conca ampezzana, ma ecco da qui la forma che gli dà il nome.
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Eccoci in avvicinamento (anche se la foto è scattata al ritorno, mentre allandata cera molta più neve)
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Ed eccoci in cima: panorama a 360° malgrado i soli 2800 mt. Perché non ha nelle vicinanze cime più alte.
Con le foto che seguono si possono fare diversi esercizi di WLF
Dolomiti di Sesto (comprese le Drei Zinnen), Croda Rossa dAmpezzo e Cristallo
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Beh, nella prossima cè di tutto, tra primo, secondo e terzo piano: curioso che scompare (o quasi) da questa vista la Tofana II°
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Nella prossima, di fianco a Sasso delle Nove e Sasso delle Dieci si intravvede la Marmolada, mentre poi la vista si apre su Sassolungo, Catinaccio, Sella, Odle .
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Qui troneggia il Sass de Putia, una delle mie montagne preferite perché molto nobile ed altezzosa nel suo isolamento (anche se questo non è il suo lato migliore)
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E guardate come quel vanitoso di Kronplatz si fa incorniciare tra due cimette, mentre la cornice delle Alpi Aurine è davvero superba
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Unultima foto per mostrare come questa tormentatissima cima sotto il crinale della Croda del Becco crea un gioco di luci ed ombre incredibile.
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Tempi di salita dal Rifugio Munt de Sennes alla cima 1.30/2 h., mentre per quanto riguarda l'accesso al Rifugio i tempi sono molto variabili, secondo che si venga da Ra Stua (con o senza ausili di jeep) o da Pederù (anche qui con o senza ausili).
Bella cima adatta a tutti (o quasi, alcuni dei nostri compagni di gita li abbiamo sostenuti in quel passaggino dove però cè davvero poco e niente per chi è abituato a mettere giù le mani) e molto (ma molto) meno frequentata delle vicina Croda del Becco.
Se siete disposti a rinunciare alla vista del Lago di Braies in stile google earth, cioè questa ....
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.... allora la salita al Muntejela di Senes dà molte più soddisfazioni :HIP
Come ampiamente dibattuto nei giorni scorsi, è un modo comodo (anche se non esente da fatica) per abbreviare i tempi di rientro di escursioni dallo sviluppo lungo.
Dopo aver visitato con questa formula negli scorsi anni Croda del Becco, Picco di Vallandro e Col Bechei, questanno è stata la volta del Monte Sella di Sennes, elevazione panoramicissima nel Parco Naturale di Fanes-Sennes-Braies. E stato un ripiego rispetto al Vallon Bianco, che abbiamo reputato per esposizione e tipo di escursione (con cenge e crestine) pericoloso con la neve caduta due gg prima.
Per la verità anche il Muntejela di Senes appariva ancora abbastanza carico di neve quella mattina, ma contavo (e bene ho fatto) sulla sua esposizione prevalente a sud est. Le foto sono quasi tutte scattate sulla via del ritorno e dunque con neve quasi scomparsa.
Auto al parcheggio di santUberto lungo la SS51 a mt.1420, qualche km. fuori Cortina in direzione Dobbiaco. Salita a Ra Stua, resa fastidiosa dalle numerose navette che portanto in quota gli escursionisti (ma lho presa tante volte anchio dunque nessuna lamentela).

Devo dire che il nuovo porta bici (costosetto :PAAU) mi ha cambiato la vita, non tanto quando devo caricare la mia bici, ma per caricare la e-bike di mia moglie.
Lasciata la Malga Ra Stua, tutti i biker che hanno percorso la Val Salata sanno che ad un primo tratto dolce ed idilliaco, seguono alcuni tornanti dalle pendenze impossibili (almeno per me) dove un po si scende.
Poi, poco prima del bivio per il rifugio Biella ed ormai in vista del Rifugio Sennes, la strada spiana e ci si gode il paesaggio

Lasciato alle spalle il Rifugio Sennes e la sua aviosuperficie, un breve sterrato (con un paio di rampe fastidiose) porta in pochi minuti al rifugio Munt de Senes (molto più spartano del Sennes o del Fodara Vedla) anchesso in mezzo ad alpeggi vastissimi.
Lasciata la bici, si sale verso la meta

La passeggiata è molto bella e varia e non troppo faticosa. Prima si snoda lungo un bellissimo vallone, poi sale tra ghiaie e detriti fino a guadagnare la cresta di sinistra che sale alla vetta. Un solo passaggio chiave che non preoccupa per nulla lescursionista esperto, ovvero alcune roccette con le quali si supera un saltino che permette di guadagnare, per lappunto, la cresta sommitale. Neanche un passaggio di I, direi.

La valletta con il rifugio sullo sfondo

E da qui capiamo perché si chiama Croda del Becco (anche se per la verità quella inquadrata è la Piccola Croda del Becco, ma la morfologia è la medesima): una parete verticale dal Lago di Braies, un panettone grigio dalla conca ampezzana, ma ecco da qui la forma che gli dà il nome.

Eccoci in avvicinamento (anche se la foto è scattata al ritorno, mentre allandata cera molta più neve)

Ed eccoci in cima: panorama a 360° malgrado i soli 2800 mt. Perché non ha nelle vicinanze cime più alte.
Con le foto che seguono si possono fare diversi esercizi di WLF
Dolomiti di Sesto (comprese le Drei Zinnen), Croda Rossa dAmpezzo e Cristallo

Beh, nella prossima cè di tutto, tra primo, secondo e terzo piano: curioso che scompare (o quasi) da questa vista la Tofana II°

Nella prossima, di fianco a Sasso delle Nove e Sasso delle Dieci si intravvede la Marmolada, mentre poi la vista si apre su Sassolungo, Catinaccio, Sella, Odle .

Qui troneggia il Sass de Putia, una delle mie montagne preferite perché molto nobile ed altezzosa nel suo isolamento (anche se questo non è il suo lato migliore)

E guardate come quel vanitoso di Kronplatz si fa incorniciare tra due cimette, mentre la cornice delle Alpi Aurine è davvero superba

Unultima foto per mostrare come questa tormentatissima cima sotto il crinale della Croda del Becco crea un gioco di luci ed ombre incredibile.

Tempi di salita dal Rifugio Munt de Sennes alla cima 1.30/2 h., mentre per quanto riguarda l'accesso al Rifugio i tempi sono molto variabili, secondo che si venga da Ra Stua (con o senza ausili di jeep) o da Pederù (anche qui con o senza ausili).
Bella cima adatta a tutti (o quasi, alcuni dei nostri compagni di gita li abbiamo sostenuti in quel passaggino dove però cè davvero poco e niente per chi è abituato a mettere giù le mani) e molto (ma molto) meno frequentata delle vicina Croda del Becco.
Se siete disposti a rinunciare alla vista del Lago di Braies in stile google earth, cioè questa ....

.... allora la salita al Muntejela di Senes dà molte più soddisfazioni :HIP